Le start up del settore sociale vanno incentivate, diffuse, premiate

Se al giorno d’oggi, considerate le oggettivi difficoltà economiche lasciate sui campi di crescita di molti paesi dalla lunga crisi mondiale, qualsiasi start up è da accogliere con plauso e come esempio di rinascita imprenditoriale da imitare, le imprese, in aumento, che nascono in ambito sociale non solo vanno apprezzate, ma anche premiate.

L’ordinamento giuridico italiano identifica l’impresa sociale in tutte quelle imprese private, comprese le società cooperative, in cui l’attività economica d’impresa principale è stabile e ha per oggetto la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità, appunto, sociale. Si tratta, quindi, della prestazione di attività che ovviamente rispondono a una domanda di beni e servizi espressa dal consumatore, ma che elargiscono anche servizi utili alla collettività.

Mattia Corbetta, membro della segreteria tecnica del Ministero dello Sviluppo economico, spiega che, quando una categoria produttiva sociale crea profitto, e allo stesso tempo ha un occhio di riguardo per soddisfare gli interessi della comunità, va premiata. Ecco perché, per esempio, chi investe in queste start up ha più incentivi del consueto: il 25% in meno sull’Irpef e il 27 sull’Ires.

Tra i settori di appartenenza a questa categoria si includono l’assistenza sociale e sanitaria, l’educazione, l’istruzione e la formazione, l’attenzione ai servizi culturali e all’ambiente, ecc., ambiti in cui, noi di Synesis, sappiamo consigliare professionisti preparati a cui quotidianamente proponiamo continua formazione, aiutandoli anche nel disbrigo degli adempimenti burocratici.
Per raggiungere nuovi obiettivi economici puntando sempre più ad un aumento costante della professionalità di tutti coloro che lavorano a vantaggio del benessere della persona.